Ieri mi è arrivata una e-mail che mi diceva in sostanza : “ Siamo una piccola azienda non ci danno i soldi in banca cosa dobbiamo fare? Ci parlano di riduzione delle concessioni di prestito e’ vero o è una scusa ?”
E’ chiaro che purtroppo non posso dare consigli senza conoscere dettagliatamente la situazione quindi in casi particolari invito ad una maggiore precisione utilizzando anche il modulo dei contatti.
Rimango naturalmente, e più che volentieri a disposizione per conoscerci reciprocamente dopo un primo contatto tramite e mail anche tramite Skype.
Ritornando all’articolo Purtroppo Ti mettiamo davanti una realtà contrastata cioè che effettivamente sembrerebbe esserci Il Credit Crunch ovvero il taglio del credito bancario?
Sicuramente i dati non possono essere negati e per questo ho preso alcune notizie ANSA che parlano chiaro .
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(ANSA) – ROMA, 7 FEB
Confartigianato, e’ allarme credito Aumentano da banche richieste ingiustificate rientro prestiti
– La crisi del credito sta strangolando le imprese, piccole e grandi, in Italia. E’ l’allarme lanciato dalla Confartigianato. Che ha elaborato uno studio su dati Banca d’Italia, Bce, Abi e Istat, da cui emerge che la crisi costa 12,5 miliardi l’anno alle imprese, in maggiori interessi imposti agli imprenditori rispetto al calo del tasso di riferimento. Inoltre, tra novembre 2007 e novembre 2008 i prestiti delle banche alle imprese individuali sono diminuiti del 2,6%.
Fonte : http://www.ansa.it
07-02- 2009– 11:34 Censis: per le famiglie +24 mld Maggiore disponibilita’ per calo rate mutui e prezzi energia (ANSA) –
Nel 2009 le famiglie italiane avranno a disposizione +24 mld grazie al calo delle rate dei mutui e dei costi dell’energia. Questa maggiore disponibilita’ potrebbe non significare una conseguente ripresa dei consumi: secondo il Censis infatti i consumatori sembrano ancora incerti su come orientare questa maggior disponibilita’ di denaro.
Intanto sotto il peso della crisi le banche frenano i prestiti e a farne le spese sono soprattutto le pmi e le famiglie.
Fonte :http://www.ansa.it/
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Concludo con una considerazione presa da un articolo uscito sul sito http://www.ilsole24ore.com
Lo dice Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit che dice parlando della funzione delle banche.:
«Siamo come le industrie farmaceutiche, solo che non c’è il dottore che prescrive il prodotto e siamo noi stessi che abbiamo anche questo ruolo». «Qualsiasi prodotto una banca vende, sta vendendo del rischi”
E intanto chi ha i debiti tribola a pagarli e chi ha i soldi non sa come investirli,
in ogni caso pensando sempre e comunque in positivo si risalira’ e si uscira’ tutti sicuramente da questa “agonia “.
E tu cosa ne pensi, lasciami un tuo parere
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4 Comments
Gian Piero Turletti
A mio avviso, un aspetto ancora poco sottolineato della contrattualistica bancaria, che prevede, in effetti, anche la revoca delle linee di credito, è riconducibile ad un nuovo orientamento giurisprudenziale, che non riconosce assoluta arbitrarietà in questa revoca.
Infatti una revoca, svincolata da serie ragioni, rischierebbe, per molti giudici, di ledere il principio del neminem ledere.
Sicuramente opportuna, quindi, da parte delle imprese, anche una disamina giuridica della loro situazione, per valutare eventuali iniziative ” di contrasto”.
Patrizio Gatti
Ok Gian Piero , spesso però l’impresa che è nel momento del rientro in posizione di debolezza non può fare altro che pensare al famoso detto ” o bere o affogare ” e quindi magari firma dei piani di rientro per non vedersi delle azioni legali
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