Innanzitutto volevo ringraziare il ns. amico e lettore Giovanni Sgaramella, che con la sua domanda che ci è pervenuta via e mail ci ha dato spunto per introdurre una serie di articoli per tutti coloro che intendono avviare un’ impresa. Ecco riportata in parte LA SUA DOMANDA :
” volevo chiedere … per le varie forme societarie d’impresa,le differenze,per esempio in quali casi è opportuno aprire una ditta individuale piuttosto che una società snc o società sas e cosa bisogna fare tecnicamente per aprire una srl,di quanto deve essere il capitale di partenza?”
Lo scopo degli articoli non è quello di fornire nozioni e definizioni giuridico – economiche bensì quello di fornire consigli utili, pratici e di facile comprensione. Accessibili cioè a tutti, anche a coloro che non sono propriamente del settore. E’ anche chiaro che se sei un esperto sei sicuramente a conoscenza di quanto andremo a dire o se hai tempo per cercare nel web trovi tantissimo materiale di alta qualità sull’argomento.
In ogni caso noi per rispondere a Giovanni abbiamo diviso il lavoro in 3 articoli .
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Ed ora ti lascio al primo articolo scritto dalla Dott.ssa Alessandra Gervasi.
Buona lettura. ciao .
Ditta individuale o società?
“Lavorare in proprio”, diventare imprenditori o imprenditrici, lavorare solo per se stessi “senza padroni” è il sogno di tante persone. Chi decide di mettersi in proprio è spesso motivato da un forte spirito d’ iniziativa, fiuto per gli affari, entusiasmo, voglia di mettersi in gioco ma il più delle volte è spinto dalla necessità di crearsi una reale opportunità di lavoro, “inventarsi un lavoro” come alternativa alla disoccupazione.
Un conto però è sognare o avere una buona idea un conto è avere la capacità di valutarne la reale fattibilità e metterla in atto.
Una delle prime scelte che deve fare chi decide di iniziare un lavoro in proprio è quella della forma giuridica.
Lavorare individualmente o costituire una società con altre persone?
La scelta della forma giuridica è determinante. Nel valutare la “convenienza” di adottare una forma rispetto ad un’ altra occorre considerare numerosi fattori.
Si dovrà, per esempio, decidere se limitare la responsabilità patrimoniale al capitale sottoscritto o coinvolgere l’ intero patrimonio personale; decidere se farsi totalmente carico del “rischio d’ impresa” o condividerlo con altre persone; decidere se avere la piena autonomia a livello gestionale; valutare la convenienza fiscale; ecc.
Alla luce di tali considerazioni cerchiamo di vedere più nel dettaglio la ditta individuale e le società di persone.
Ditta individuale
La ditta individuale è la forma giuridica più semplice. Per la sua costituzione non sono richiesti adempimenti particolari, è sufficiente iscriversi alla Camera di Commercio e ottenere una partita IVA, senza dover ricorrere ad un notaio. Il titolare della ditta individuale è l’unico responsabile dell’attività ed è esposto al rischio d’impresa: risponde con tutto il proprio patrimonio presente e futuro (responsabilità illimitata).
Poniamo il caso che il titolare sia anche proprietario di una casa. In caso di fallimento dell’ attività i creditori potranno rivalersi sull’ immobile. Quindi se l’ attività comporta investimenti di una certa importanza potrebbe essere poco saggio costituire una ditta individuale, al contrario se gli investimenti sono pochi e l’ attività è sicura potrebbe essere la soluzione ideale.
Lo svantaggio della ditta individuale è nella denuncia dei redditi, in quanto i redditi dell’impresa si sommano a quelli personali e quindi tassati a loro volta con le aliquote progressive previste dall’Irpef. In questo modo più è alto il guadagno più lieviteranno le imposte.
Per superare questo ostacolo spesso l’ imprenditore “scaltro” decide di costituire un’ impresa familiare.
L’ impresa familiare è una particolare forma di impresa individuale dove oltre al titolare partecipano uno o più familiari, ad esempio il coniuge .
Il vantaggio è in primo luogo di natura fiscale.
Si paga meno Irpef in quanto il reddito viene distribuito sui familiari anche se questi non prestano realmente la propria opera nell’ impresa. A ciò si aggiunga anche un vantaggio contributivo (per es. pensione) a favore dei collaboratori familiari.
Legge Finanziaria 2008 – Regime dei “contribuenti minimi”
Dal 1°gennaio 2008, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e giovani professionisti, con un fatturato non superiore a 30 mila euro lordi, potranno optare, in alternativa al regime ordinario, per il regime semplificato senza fare alcuna comunicazione preventiva all’ amministrazione fiscale.
Questo nuovo regime dei “contribuenti minimi” prevede un’ imposta secca del 20% sul reddito in alternativa a Irpef, Irap e Iva.
Particolare attenzione va posta alla nuova fatturazione, infatti il contribuente dovrà emettere fattura senza IVA, riportando la dicitura “ operazione effettuata ai sensi dell’art. 1 comma 100 della legge finanziaria per il 2008” ed applicare il bollo da € 1,81 sulle fatture con importo superiore a € 77,47.
Il non assoggettamento all’ Iva comporta vantaggi soprattutto per quei contribuenti che non effettuano molti acquisti e si rivolgono essenzialmente ai consumatori finali.
Altra importante novità è l’esclusione dall’applicazione degli studi di settore, strumento che negli ultimi anni ha permesso allo Stato di incassare ingenti somme di denaro e che tanto spaventava i contribuenti.
Il reddito sarà determinato come differenza tra ricavi percepiti e spese sostenute (per cassa) mediante un calcolo extracontabile.
Non è però tutto “rose e fiori”. La nuova norma, così com’è stata concepita nasconde delle insidie che devono essere attentamente vagliate. Uno degli svantaggi maggiori consiste nella possibilità di detrarre dal reddito solamente i contributi previdenziali obbligatori per legge mentre non si può usufruire degli altri benefici fiscali (detrazioni per familiari a carico, detrazioni per spese mediche, interessi sui mutui, ecc) tranne nel caso si possiedano altri redditi.
Inoltre l’ aliquota del 20% non è così bassa da essere sempre conveniente.
Non è possibile stabilire a priori se e in quali casi aderire a tale regime sia vantaggioso. E’ necessario fare un’ apposita valutazione caso per caso.
E’ infatti possibile che, a parità di reddito, risulti più conveniente il regime ordinario rispetto a quello dei contribuenti minimi.
Nel prossimo articolo analizziamo le Società di persone e il Nuovo regime di Tassazione Separata
Dai uno sguardo anche a questo articolo che può esserti utile
Il business Plan- Ma è utile per tutte le attività? anche online?
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17 Comments
Giovanni
Grazie per l’articolo,mi ha chiarito alcuni dubbi sulla ditta individuale.Aspetto con curiosità i prossimi 😉
Patrizio Gatti
ciao Giovanni ,hai visto come promesso nella Newsletter abbiamo iniziato questa serie di articoli, io e il mio staff cercheremo di mettercela tutta certamente poi ogni caso va visto nel dettaglio e noi rimaniamo a disposizione anche tramite skype.
ciao alle prossime Patrizio
Alessandra Gervasi
Ciao Giovanni, grazie per lo spunto che mi hai dato e per il commento.Nel trattare argomenti così specifici si rischia di ricadere spesso in definizioni economico-giuridiche, non è il mio intento.Lo scopo dei miei articoli è fornire consigli utili e pratici a chiunque, anche a coloro che non sono del settore, utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile.Spero di esserti stata utile, saluti.
Gian Piero Turletti
Mi sembra un argomento di decisa attualità.
Del resto, la scelta della forma giuridica, come anche quella relativa al tipo di corporate governace, di un’impresa, è effettivamente soggetta a valutazioni, che necessariamente riconducono a fattori diversi.
Se il nostro ordinamento pone una distinzione essenziale, a livello civilistico, e segnatamente codicistico, tra impresa individuale, e società di persone, piuttosto che di capitale, con particolare riferimento alla distinzione della responsabilità patrimoniale, non di meno questo fattore va considerato unitamente ad altri.
Ad esempio, il fatto che le società di capitali abbiano bilanci depositati, a differenza delle altre tipologie, assume un certo rilievo anche sotto il profilo dell’eventuale facilità, o meno, nell’ottenere linee di credito.
L’argomento, sicuramente articolato e complesso, non può poi prescindere da quella particolare situazione, che si viene a creare con la cosiddetta s.r.l. unipersonale.
E’ infatti possibile avere questa società, pur in assenza di più soci.
Come si vede, ancora una volta, sono molte le variabili da considerare, ed è quindi sempre opportuno cosiderare la noramtiva aggiornata sulle varie problematiche conseguenti.
Il tutto, ripeto, andrebbe soggetto ad un’attenta disamina, anche in relazione alla tipologia di corporate governance da adottare, per le indubbie interrelazioni, che sussitono tra questa e la forma giuridica.
Patrizio Gatti
Ciao Gian Piero , grazie naturalmente, hai tirato fuori un argomento interessante che volendo potrebbe essere approfondito e cioè “sicuramente articolato e complesso, non può poi prescindere da quella particolare situazione, che si viene a creare con la cosiddetta s.r.l. unipersonale.”
ciao Patrizio
Societa’ di persone?- Regime opzionale di tassazione | Plan Consulting di Patrizio Gatti
[…] Piccola azienda-Impresa individuale o che forma giuridica?? […]
Societa’ di capitali- Alcuni Vantaggi e svantaggi | Plan Consulting di Patrizio Gatti
[…] Piccola azienda-Impresa individuale o che forma giuridica?? […]
Rob
Più che un commento,mi piacerebbe avere ulteriori chiarimenti,puoi?Io ti espongo il caso.
Con un semplice amico vorrei aprire un negozio di frutta e verdura,spese utili per circa diecimila euro e dividere a metà spese e guadagni.
Vorrei trovare una formula che me lo permette con poche spese e notarili e di tasse da pagare e senza mettere in gioco le mie proprietà…grazie Rob.
Gian Piero Turletti
Risposta per Rob.
In materia societaria, il tipico caso di società, in cui i soci non
rispondono con il loro capitale, è quello delle società… di capitali, che nel caso di un esercizio commerciale è tipicamente rappresentata dalla s.r.l.
Questo tipo di società, ovviamente, ha i suoi costi.
Esiste poi la società in accomandita, in cui sono distinte le posizioni del
socio accomandante ed accomandaatario.
A tale riguardo, riprendo quanto esaustivamente indicato da Wikipedia:
“E’ socio accomandante colui che, in una società in accomandita semplice, ha
una responsabilitè limitata alla quota conferita per le obbligazioni
sociali.
Tale categoria di soci è distinta dai soci accomandatari, che rispondono
delle obbligazioni contratte dalla società solidalmente ed illimitatamente.
I soci accomandanti non possono compiere atti di amministrazione, né
trattare o concludere affari in nome della società…, se non in forza di
procura per singoli affari. Contravvenendo a tale divieto possono essere
esclusi dalla società e assumono la responsabilità… illimitata e solidale
verso i terzi per tutte le obbligazioni sociali (divieto di immistione).
Tuttavia gli accomandanti possono prestare la propria opera sotto la
direzione degli amministratori e, se l’atto lo consente, possono dare
autorizzazioni e pareri oltre a poter compiere atti di ispezione e di
sorveglianza.
Inoltre possono concludere affari in nome della società in qualità di meri
ausiliari degli amministratori in forza di una procura speciale.
L’accomandante può consultare e controllare il bilancio societario e gli
altri documenti contabili, di cui ha diritto di controllare l’esattezza.”
C’è da aggiungere che la recente riforma del diritto societario ha portato a possibili novità, ed anche per questo consiglio di rivolgersi ad un
professionista, ad esempio il commercialista, specializzato in diritto
societario.
Ugo Bernasconi
Buongiorno Patrizio, ottimo l’approfondimento sui contribuenti minimi.
A tuo avviso nel caso di persone di estrazione tecnica da poco in pensione è percorribile la soluzione del contribuente minimo per regolarizzare la loro attività di collaborazione con imprese o suggerisci soluzioni migliori e in tal caso vi è qualche problema per il cumulo dei redditi?
Grazie e cordialità
Contribuenti minimi….sempre conveniente?Alcuni Vantaggi e Svantaggi! | Plan Consulting di Patrizio Gatti
[…] un nostro affezionato lettore, Ugo Bernasconi, alla domanda fatta nel commento all’articolo “Piccola azienda-Impresa individuale o che forma giuridica??“ , colgo l’ occasione per riprendere un argomento già trattato nel blog e cioè il […]
Patrizio Gatti
Ciao Ugo Bernasconi , ti ringrazio per le tue continue sollecitazioni , per questo ti ho fatto fare da Alessandra un articolo a te dedicato .
clicca qui
Sperando di aver fatto cosa gradita ti saluto e ti aspetto in altre occasioni ciao Patrizio
Patrizio Gatti
Ciao Rob , credo che l’amico GianPiero ti ha risposto .Ciao grazie per il commento
Patrizio
Marco
Ciao a tutti
Molto interessante il discorso sulle forme socetarie.
Io ho trovato qualcosa anche su un sito di notai di bergamo, dove c’è del materiale da scaricare.
http://www.studionotarilesls.it/documenti.php
Piano a piano ci sto capendo qualcosa….:-)
Grazie a tutti!!
Patrizio Gatti
ciao Marco , grazie per il suggerimento , ciao Patrizio
virgilio
molto chiara e molto completa attendo il seguito saluti virgilio
Patrizio Gatti
Grazie Virgilio per il tuo commento ciao Patrizio