Continuo volentieri con le risposte alle domande che alcuni amici lettori iscritti alla newsletter mi hanno inviato .
Ora è la volta di rispondere ad Alvaro Cannito riporto qui in parte quanto scritto nella sua e mail :
“In riferimento alla rilevazione dello “scoring” e del “rating” ai fini del merito creditizio, non vi è uniformità da parte delle banche nel considerare i medesimi parametri. E così, capita, che alla
piccolissima azienda vengono attribuiti valori (giudizi, pesi, etc) differenti a seconda dell’Istituto Bancario che ha analizzato i bilanci della medesima. Non ritieni che tutto questo sia paradossale?”
Nel caso in cui ci fossero valutazioni notevolmente differenti nello scoring di bilancio tra uno Istituto ed un Altro , in effetti il tutto potrebbe essere preso in esame, e il caso potrebbe anche essere giudicato paradossale .
Tuttavia l’accordo di Basilea II lascia alle banche la libertà di utilizzare metodi di calcolo differenti purche’ in essi siano considerati gli stessi principi di valutazione, per cui si avvicinino a risultati simili.
Ciascuna banca valuterà l’impresa secondo dati completi, oggettivi, documentati e storici.
Pertanto, è altamente probabile che un’impresa possa essere inserita dalla banca X nella classe di rating BBB + e nella banca Y nella classe A-
Per l’ ‘assegnazione del Rating assumono rilevanza il tipo di informazioni ottenute dalle imprese che possono essere di tipo quantitativo o qualitativo.
Con le informazioni quantitative (dati scritti e documentati rivolti al passato) si calcolano :
· il punteggio (scoring) di bilancio determinato da bilanci, rendiconti finanziari e dichiarazioni dei redditi
· lo scoring andamentale che viene calcolato dall’evoluzione del rapporto bancario , dalla Centrale Rischi. e CRIF.
Con le informazioni qualitative si calcola lo scoring derivante da dall’esame del business plan e/o dal budget, da notizie sull’azienda e sul suo management, organizzazione e sistemi di controllo gestionali, grado di innovazione etc…
Quindi diventa anche importante l’autovalutazione del merito di credito in modo da andare in banca e sapere come e sino a dove si può arrivare a chiedere finanziamenti .
Inoltre per l’eventuale diversità di punteggio , gioca la diversità dello scoring interno che ogni banca dà sull’utilizzo del rapporto bancario.
A volte basta un insoluto a penalizzare una banca quindi nella Banca A abbiamo un rating inferiore che nella Banca B dove non abbiamo ricevuto insoluti.
A cura di Patrizio Gatti
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16 Comments
Gian Piero Turletti
Sono sempre stato critico nei confronti dell’utilizzo dei cosiddetti sistemi di rating, e questo non solo con riferimento alla possibilità di un’eccessiva componente discrezionale, nei relativi giudizi, tale da comportare asimmetrie valutative sulla stess impresa o ente.
Il vero problema è che si tratta di strumenti inadeguati a cogliere la vera realtà economico-finanziaria di molte situazioni.
Quando ancora stavo scrivendo il mioebook ” PRogetto Azienda”, notavo che issituti bancari, pur ritenuti meritevoli di rating elevati ( tra cui la Lehman Brothers), in realtà erano in una situazione di particolare rischio.
Quindi, il discorso è che, pur in presenza di valuazioni simili o uguali, non è detto che il rating rappresenti un voto realmente significativo e rappresentativo di una certa realtà, e comunque arriva spesso tardivo, quando già la situazione economico-finanziaia sta precipitando.
Molto mglio il ricorso alle indicazioni fornite dai credit default swap e dal differenziale di tasso tra emittenti obbligazionarie
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segio valletta
Da quanti punti è composta la valutazione del rating ? 10-100-1000.
Se una azienda perde due punti di rating rispetto all’anno precedente.
Cosa significa in percentuale ??
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Patrizio Gatti
ciao Sergio grazie innanzitutto per il commento -ho preso spunto dalla tua domanda per risponderti con un post
https://planconsulting.it/blog/basilea-2/valutazione-di-rating-se-diminuisce-cosa-significa/
ciao grazie e fammi sapere cosa ne pensi
ciao Patrizio
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